ricaduta lca
Pubblicato il: 17 Aprile 2019

Se si rompe il legamento crociato anteriore (LCA) originale, quello con cui nasciamo, figuriamoci se si può rompere il migliore crociato ricostruito dal miglior chirurgo ortopedico specializzato nell’intervento di ricostruzione!

Purtroppo, per quanto la chirurgia sia andata avanti, i nostri neo-LCA (chiameremo così i legamenti crociati anteriori ricostruiti) non sono che una imitazione di quello che ci ha dato madre natura, una ottima imitazione ma anch’essi imperfetti.

Intendiamoci, per l’uso che ne fa il paziente medio i neo-LCA di ultima generazione svolgono benissimo la funzione di stabilizzare il ginocchio e far sì che sia lo scorrimento in antero posteriore sia le rotazioni della tibia e del femore nel ginocchio siano buone.

Con il tempo inoltre il trapianto tende, in un decorso ottimale, ad integrarsi ed a cambiare l’istologia, cioè le caratteristiche del tessuto biologico, avvicinandosi a quello naturale.

Ma perché quindi può succedere una nuova rottura?

Normalmente il fallimento di un impianto di neo-LCA può avere motivi diversi, attribuibili generalmente a seconda del tempo che passa dall’intervento di ricostruzione.

Alcuni trapianti non si integrano e cedono subito, dopo le prime 6 settimane, quando le prime sollecitazioni meccaniche devono essere affrontate da una tenuta biologica, cioè dall’integrazione nell’osso del trapianto, e non più dai mezzi di fissazione primaria come viti e fili.

In questo caso il paziente comincia ad avvertire una mancanza di solidità del ginocchio già nelle prime fasi di riabilitazione.

Altri trapianti cedono tra il 2° ed il 5° mese dall’intervento, quasi sempre per le eccessive sollecitazioni in fase di riabilitazione che impediscono un corretto callo osseo tra trapianto e osso della tibia e/o femore.

Si forma una fissazione fibrosa dell’impianto per l’eccessivo movimento cui è sottoposto anziché una fissazione ossea.

La fissazione fibrosa fa sì che il trapianto scivoli via dalla sua sede man mano che lavora.

Molti trapianti cedono infine perché non gli si dà il tempo di maturare.

Come abbiamo visto infatti il tendine (rotuleo o semitendinoso che sia) che utilizziamo per la ricostruzione del LCA deve maturare e il suo tessuto viene colonizzato da nuove cellule più simili a quelle originarie ma in questa fase il trapianto prima si indebolisce e poi ricomincia a riorganizzarsi.

Questo fenomeno è più veloce nel tendine rotuleo, che matura tra i 3 ed i 5 mesi, e più lento nel semitendinoso.

La “maturazione” del trapianto è differente da persona a persona e cambia anche con l’età del paziente.

Quindi forzare con i tempi della riabilitazione o del ritorno all’attività sportiva può non essere una scelta saggia.

 

 

 

 

 

 

 

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