infezione protesi ginocchio

Infezione alla protesi di ginocchio: perché avviene e cosa fare

Pubblicato il: 23 Aprile 2025

Purtroppo anche le protesi di ginocchio, come tutti i tipi di protesi installate nel corpo umano e come tutti gli interventi, possono infettarsi.

Quanto? Nelle varie statistiche si va dallo 0,5 % dei centri più attenti al 3% di statistiche su tutte le protesi e tutti i centri.

Come ci si accorge di una infezione su una protesi di ginocchio?

E’ un’infezione chiamata peri-protesica, cioè dei tessuti intorno all’elemento di metallo, titanio e polietilene di cui è fatta la protesi; sulla superficie dei pezzi impiantati si forma un biofilm fatto di proteine e batteri estremamente resistente alle difese attuate dai globuli bianchi.

Nelle infezioni acute spesso è la ferita a non chiudersi con una fuoriuscita di siero inizialmente e di materiale purulento dopo, con un ginocchio che si arrossa, è dolente, gonfio e si muove con difficoltà.

In questo caso la diagnosi è facile, spesso è presente la febbre e gli esami emato-chimici si muovono (conta dei leucociti e PCR).

Nelle infezioni tardive, che possono comparire anche dopo anni, spesso è il dolore e la tumefazione determinata dal versamento intra-articolare a insospettire; la diagnosi si fa con il prelievo del liquido articolare e la scintigrafia con leucociti marcati.

Cosa si fa?

Nelle infezioni acute si può cercare di salvare la protesi in quanto spesso i germi non sono riusciti a intaccare l’ancoraggio della protesi all’osso: si può fare un intervento di pulizia della membrana sinoviale del ginocchio, si cambia lo spessore interno in plastica (polietilene) e si lava la protesi con getti a pressione di liquido disinfettante.

Nelle infezioni croniche che spesso hanno intaccato l’interfaccia osso-protesi nella maggior parte dei casi si provvede a rimuovere la protesi, posizionare uno spaziatore di cemento con antibiotico e rimettere la protesi definitiva dopo qualche mese.

Perché avvengono le infezioni?

Le infezioni dovute alle sale operatorie sono oggi rare vista la grande accuratezza nella sterilizzazione delle sale e nell’estrema igiene nell’intervento; in più oggi a fine intervento si usano delle medicazioni avanzate che sterilizzano la ferita nei giorni successivi ed asciugano la cute.

Normalmente i germi arrivano dal sangue in rapporto ad altre infezioni presenti nel paziente come granulomi dentari, cistiti, prostatiti, ferite della pelle, tutte situazioni che disseminano germi nel sangue.

Quanto dura la cura?

E’ una battaglia sempre lunga, legata alla necessità di prolungate terapie antibiotiche mirate e seguite sempre da un infettivologo. Si parla nella migliore delle ipotesi di qualche mese.

Nell 80% dei casi la cura consente il ripristino della funzionalità dell’articolazione.

Condividi questo articolo