Stagione sciistica con tante lesioni dei crociati, perché?
Con l’arrivo della primavera la stagione sciistica è giunta praticamente al termine.
Mai come in questa annata ho riscontrato un numero così alto di lesioni del legamento crociato anteriore a seguito di distorsioni durante lo sci.
La causa è probabilmente dovuta al tipo di neve particolarmente morbida.
Le abbondanti nevicate (sull’arco alpino) con importanti escursioni termiche diurne hanno infatti prodotto una neve che, compatta al primo mattino, grazie al freddo e all’azione di pressione notturna fatta dai gatti delle nevi, tendeva a sciogliersi parzialmente nella giornata, diventando simile ad una marmellata.
Cosa ha comportato ciò?
Che in molto casi, nei tentativi più maldestri (o sfortunati) di cambiamento di direzione, quando la punta dello sci non era sopra la neve ma dentro a causa della scarsa velocità (per fine pista o stanchezza), lo sci si piantava nella neve e la rotazione della curva si scaricava sul ginocchio.
I moderni sci “carving“ sono larghi davanti e dietro ma relativamente stretti al centro: quando in curva ci si inclina all’ interno la forza centrifuga deforma lo sci che diventa curvo e crea delle linee tonde sulla neve.
Se la punta dello sci invece entra dentro la neve si comporta come una paletta e il tentativo di andare all’interno crea soltanto una deformazione minima dello sci e una torsione sull’arto inferiore, gli attacchi dello scarpone non si staccano perché sentono poca forza in rotazione ma la leva è tremendamente lunga, e l’effetto distorsivo sull’articolazione può risultare dannoso, anche purtroppo in modo serio.
La stagione è quasi finita, per la prossima il consiglio è, oltre che una adeguata preparazione fisica in grado di supportare meglio la pratica di questo sport, trovare velocità in curva e via, “inclinarsi in carving”.