chirurgia robotica ortopedica

Protesi di ginocchio eseguite da robot, lo scenario ad oggi.

Pubblicato il: 6 Settembre 2021

Chirurgia ortopedica robotica di ginocchio: mito o realtà?

Negli ultimi anni si sono moltiplicate le pubblicità per la chirurgia robotica delle protesi di ginocchio.

Diciamo subito che nonostante il numero di protesi di ginocchio nel Lazio sia di circa 7000, non più di 300 sono prodotte con l’aiuto del robot, principalmente per il problema del notevole costo.

Esistono in questo momento 3 tipi di queste macchine: l’unica vera è il MAKO, esistente nelle varie versioni da circa 10 anni che esegue i tagli dell’ osso femorale e tibiale nel corso dell’intervento di artroprotesi di ginocchio con un braccio meccanico comandato da un computer. Il posizionamento nello spazio viene seguito da sensori ottici.

Per eseguire un intervento di artroprotesi di ginocchio, tuttavia, esistono varie fasi: l’accesso chirurgico, cioè il taglio della cute e dei tessuti sottostanti per arrivare al piano osseo, il taglio dell’osso, le verifiche con protesi di prova, la cementazione e la sutura dei piani.

Prima dell’intervento il planning, cioè lo studio pre-operatorio del gesto chirurgico viene fatto con TAC, RMN e/o rdx ed è di competenza chirurgica.

Delle varie fasi quindi il robot fa solo il taglio osseo, sotto guida e responsabilità medica.

Possiamo dire che le protesi di ginocchio con l’uso del robot sono solo in parte migliori. Il taglio osseo, a mio avviso, è più preciso ed evita alcuni errori grossolani che vediamo oramai esser fatti raramente dai chirurghi meno esperti. Un robot guidato da un chirurgo esterno è oggi un ottima scelta per il paziente, unendo il meglio dell’esperienza e della tecnica.

Avremo i veri robot In un futuro?…

Solo quando l’uso dell’intelligenza artificiale consentirà anche a queste macchine delle decisioni ovvie dal punto di vista della meccanica (la protesi è un mezzo meccanico …).

Certo pensare a personaggi come HAl 9000 di Odissea nello Spazio, ai robot del Mondo dei Robot o ai replicanti di Blade Runner fa un po’ paura, non solo ai chirurghi.

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