Rottura lca ginocchio

Il caso Zaniolo: quanto è frequente la rottura del crociato “sano” poco dopo un primo intervento di ricostruzione?

Pubblicato il: 10 Settembre 2020

Il recente infortunio di Zaniolo con una lesione del legamento crociato anteriore a distanza di pochi mesi dalla riabilitazione del precedente ginocchio pone degli interrogativi: quanto è frequente questa lesione?

Da uno studio americano di pochi anni fa eseguito su migliaia di ricostruzioni del legamento crociato anteriore in età giovanile era emersa la possibilità di un 10% di re-interventi per lo stesso paziente in ambito artroscopico entro un anno.

Di questi interventi, circa il 5% riguardava la possibilità della rottura del legamento crociato anteriore controlaterale (altra gamba) anche se l’intervento era stato eseguito, il primo, da un ottimo chirurgo del ginocchio.

In effetti esistono delle condizioni predisponenti alla rottura del legamento crociato che spesso sono bilaterali come il ginocchio recurvato, ossia un ginocchio che va indietro, in questo caso il crociato si trova in una condizione biomeccanica sfavorevole e viene trascinato in avanti durante la massima estensione lesionandosi a contatto con il femore.

Ci sono poi delle condizioni di predisposizione per scarsa qualità del legamento crociato: personalmente ho operato tutti i cugini maschi, figli di fratelli maschi di una famiglia, al legamento crociato, e un paio addirittura bilaterale.

Dobbiamo considerare inoltre che il legamento ricostruito crea una rigidità nel ginocchio stesso che dà sì stabilità, ma non completa normalità del ginocchio, conseguentemente il paziente tende a utilizzare l’altro arto per le attività di maggiore agilità come le rotazioni e conseguentemente lo pone un pochettino più al rischio; questo succede molto spesso nei giocatori di calcio che tendono a utilizzare il ginocchio ricostruito per calciare e il ginocchio cosiddetto sano per appoggio a terra con rotazione.

Un altro elemento importante è la rieducazione eccessivamente accelerata, quando un atleta rientra all’attività agonistica prima che l’intero corpo umano si sia abituato a questa condizione e prima che lo stesso legamento si sia “legamentizzato”, cioè si stia trasformando in un legamento normale, questo fa sì che i movimenti di questi giocatori non siano più del tutto normali e pongano a rischio l’altro ginocchio.

Sicuramente può incidere anche l’eccessiva pressione psicologica sul giocatore con una possibile tendenza a strafare.

Auguriamo quindi a Zaniolo un buon esito dell’intervento di ricostruzione e una pronta ripresa ma per tutti noi consigliamo molta calma dopo gli interventi, diamoci il tempo di ripartire.

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