Ogni anno, in Italia, si sottopongono ad intervento di protesi al ginocchio oltre 100mila persone, con una tendenza in costante aumento anno dopo anno.
Perché così tante persone si sottopongono all’intervento di protesi di ginocchio?
Perché non riescono più a svolgere le attività base del quotidiano, come camminare, guidare, fare le scale, piegarsi sulle ginocchia o fare sport.
L’approccio che adottiamo con i miei staff è improntato alla mini invasività, vediamo di capire meglio di cosa si tratta.

Differenze tra una protesi di ginocchio mini invasiva ed una normale​

Innanzitutto la filosofia dell’intervento: un intervento miniinvasivo nasce per dare meno trauma chirurgico ed è fatto a misura del paziente; un intervento classico invece viene fatto per mettere la protesi con la maggior comodità del chirurgo e la visione più ampia possibile del campo operatorio, al di là del (necessario) danno alle parti molli (tendini, muscoli, cute).

Incisione/cicatrice

L’accesso chirurgico di una protesi mini invasiva è diretta sul punto necessario all’intervento: circa 8 cm parallela al bordo mediale della rotula per una protesi monocompartimentale interna, circa 10 per una protesi totale. Una protesi “classica” invece ha un’incisione centrale sulla rotula della lunghezza minima di 15 cm (ma molti operatori per star comodi la fanno facilmente anche di 20 cm…); incisione più lunga, dolore post operatorio maggiore, porta di accesso per germi più grande, cicatrice finale più fastidiosa.

Via d’accesso

E’ il percorso fatto dal chirurgo nel ginocchio per arrivare all’osso del femore e della tibia.

Nella protesi mini invasiva ci si limita a spostare il muscolo quadricipite (via subvastus) o staccarne una minima parte (via mini-midvastus). Questo accesso lascia il tendine del quadricipite integro permettendo un immediato uso post operatorio.

Nelle protesi classiche la via d’accesso è la trans tendinea tagliando a metà il tendine quadricipitale che poi viene ricucito. La perdita ematica è quindi molto più importante e la cicatrice successiva irrigidisce il tendine con maggiore possibilità di aderenze post operatorie.

Posizionamento della protesi

Nelle vere protesi mini invasive l’allineamento delle componenti è fatto con riferimenti extra-midollari, cioè senza aprire il canale femorale. Questo tipo di riferimento è lo stesso che si usa nella chirurgia robotizzata o computerizzata. Quando invece l’accesso è classico, per posizionare le maschere di taglio del femore, si infila nel canale femorale, cioè dentro l’osso, un chiodo di circa 30 cm per essere sicuri della direzione dell’asse, inutile dire il pericolo della partenza di emboli ed il successivo sanguinamento.

Emodinamica

Grazie al fatto che la protesi mini invasiva è praticamente un intervento intra-articolare, il sanguinamento è ridotto e non c’è bisogno di trasfusioni ematiche se non in casi eccezionali (pazienti che partano con emocromo già molto basso); non ci sono inoltre i crolli della pressione sanguigna tipici delle protesi classiche, dovuti appunto alla diluizione del sangue.

Riabilitazione

Visto l’accesso chirurgico che lascia l’apparato estensore integro il ginocchio si muove subito con la piena potenza muscolare e gonfia di meno, in media si cammina correttamente dal giorno successivo e si fanno le scale in terza giornata.

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